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LISTA DI PROSCRIZIONE PER I CINQUANTENNI: dal 15 febbraio divieto di lavoro senza vaccino

Il prossimo 15 febbraio in assenza dell'ignobile certificazione verde COVID-19, cosiddetto "super G.P." molti avvocati rimarranno fuori dai Tribunali e così accadrà in tutti gli altri luoghi di lavoro per i lavoratori che hanno compiuto i 50 anni; complessivamente sono stimati quasi 2 milioni di lavoratori, che in realtà sarebbero molti di più se si considera che le cosiddette "guarigioni" da infezione SARS-CoV-2 hanno contribuito ad alzare il numero dei "super G.P."


L'IMPOSIZIONE DISCRIMINATORIA

L'imposizione vaccinale su base anagrafica non ha precedenti nella storia dell'umanità, non ha presupposti medico-scientifici, non esiste in alcuna altra nazione; è una follia, che configura una gravissima violazione costituzionale, nonché dei trattati internazionali sulla dignità dell'uomo. Si tratta di una violentissima e inaccettabile discriminazione priva di ogni base giuridica.

Assolutamente dissennate, false e prive di logica sono le motivazioni contenute negli artt. 4 quater e 4 quinquies del D.L. 44/2021, così come modificato dal D.L. 1/2022, che prevedono l'obbligo vaccinale per la popolazione di età superiore ai 49 anni “al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza”. Come è possibile che un Governo nell'epoca del “politicamente corretto” possa scrivere una ignominia del genere, affermando che i cinquantenni vanno vaccinati forzosamente per tutelare la salute pubblica? Qual è il presupposto scientifico di una tale aberrazione, che dà la patente di "untori" al compiere del cinquantesimo anno di età? Come è possibile immaginare di chiedere ai cinquantenni di vaccinarsi per non pesare sulla inefficienza della sanità pubblica, la cui responsabilità ricade esclusivamente sui Governi degli ultimi quindici anni che hanno operato scriteriati tagli sui fondi alla sanità? Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, tra il 2009 e il 2017 la sanità pubblica nazionale ha perso oltre 8.000 medici e più di 13 mila infermieri; negli ultimi 10 anni lo Stato ha tagliato 37 miliardi di fondi (Mentre la Sanità non ha risorse sufficienti, lo Stato italiano ha concordato dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, ricostruito con fondi pubblici, la fuoriuscita dalla gestione di Autostrade spa della cordata facente capo ai Benetton, erogando loro 9 miliardi e 300 milioni!).

Non vi è logica, né giuridica, né scientifica. Se di Trattamento Sanitario Obbligatorio ve ne è bisogno in Italia è quello a cui sottoporre buona parte dei componenti del Governo Draghi e del “Ratificatoio” – un tempo Parlamento - per il disastro sociale, economico e normativo in cui hanno precipitato in meno di un anno il popolo italiano.

Non vi è presupposto logico, prima ancora che giuridico e scientifico, per escludere dagli ambienti di lavoro, ove non è vigente la discutibile imposizione dell'obbligo vaccinale, le persone che avendo cinquanta anni non si vaccinano. Come si può accettare una così palese, assurda e folle discriminazione, che solo una mente malata può partorire.

Il 15 febbraio è in gioco un altro pezzo della libertà che il Governo Draghi ha ridotto negli ultimi mesi a brandelli.

Il lavoro è diritto costituzionalmente protetto. Solo il datore di lavoro può sospendere il rapporto contrattuale, procedendo a comunicazione scritta individuale e nominativa e assumendosene i rischi e le relative conseguenze giuridiche ed economiche. Nessun altro ha il potere di impedire a un lavoratore sano di accedere al suo posto di lavoro, non esiste norma che lo preveda. Non esiste nell'ordinamento giuridico una procedura che consenta di bloccare fisicamente l'accesso ai luoghi di lavoro; non vi è potere in capo alle forze dell'ordine di procedere ad arresto o a fermo di polizia; non vi è neppure potere di intervenire per bloccare l'ingresso dei lavoratori.

L'abominio dell'art. 1 D.L. 1/2022, che ha introdotto al D.L. 44/2021 gli arrt. 4 quater e 4 quinquies, è ancor più grave se si considera che crea di fatto una lista di proscrizione su base anagrafica nei confronti di quanti pur essendo sani, come attesta l'invasiva e umiliante procedura del controllo tramite "tampone" ogni 48 ore, non accettano di sottoporsi a trattamento sanitario di un farmaco senza autorizzazione definitiva, poiché ancora in fase di osservazione da parte delle Agenzie di Vigilanza sui farmaci, e senza prescrizione medica nonostante la stessa sia prevista dai protocolli.


QUALI LE LE CONSEGUENZE ?

La ignobile legge applicativa dell'obbligo vaccinale prevede quale unica conseguenza per coloro i quali violano il divieto di accesso in assenza di “super G.P.” alias certificazione verde COVID-19 una sanzione amministrativa. Ogni costrizione o contenimento fisico di allontanamento dal posto di lavoro costituisce reato e va contrastato chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine a tutela del proprio diritto costituzionale al lavoro e procedendo poi a successiva denuncia.

Passato il panico del virus il Governo Draghi vuole mantenere le assurde limitazioni delle libertà con la paura delle sanzioni. Le multe per non aver rispettato norme incostituzionali e in violazione dei diritti dell'uomo sono illegali e illegittime e, se mai dovessero essere notificate, vanno contestate. La minaccia legislativa ai lavoratori, “restano ferme le conseguenze disciplinari secondo i rispettivi ordinamenti di settore”, è priva di ogni fondamento giuridico, poiché non esiste CCNL che possa configurare violazione disciplinare il rispetto del contratto di lavoro.

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