FINE OBBLIGO VACCINALE: dal 2 novembre per i sanitari e per gli amministrativi delle strutture sanitarie. Permangono gli obblighi per i visitatori di RSA e dei reparti ospedalieri.
La fine dell'obbligo vaccinale per i sanitari
Il rientro al lavoro o il licenziamento
Se è vero che la maggior parte dei sospesi aspettavano questo momento dell’abolizione dell’obbligo vaccinale per poter riprendere il lavoro e ritrovare la dignità della retribuzione, molti tuttavia non rientreranno, vuoi perché amareggiati dal trattamento ricevuto, vuoi perché obbligati per sopravvivere ad approdare ad alternative lavorative, scoperte poi migliori di quelle lasciate. A quanti riterranno di non riprendere il servizio non saranno necessarie le dimissioni, le quali comportano comunque l'obbligo di lavorare il periodo di preavviso, pena la trattenuta retributiva per il periodo equivalente omesso. A costoro sarà, infatti, sufficiente ignorare ogni comunicazione aziendale, attendendo che il datore di lavoro proceda al loro licenziamento.
Per rientrare al lavoro non sarà, invece, necessario attendere alcuna comunicazione formale, poiché le modifiche legislative ora introdotte fanno decadere ogni provvedimento sospensivo. Coloro i quali svolgono attività con orario turnante, in assenza di indicazioni aziendali, dovranno comunicare per iscritto al datore di lavoro la loro messa a disponibilità.
La dimenticanza
La tempestività con cui il Governo Meloni ha affrontato la questione “sanitari obbligo vaccinale” è la probabile causa dell’evidente dimenticanza di intervenire anche sull'articolo 1 bis, comma 1 bis, del D.L. 44/2022, il quale impone sino al 31/12/2022 l'ignobile e inumano divieto di visita ai degenti delle RSA per coloro i quali non dispongano di “Certificazione Verde COVID-19”. Sempre l’art. 1 bis, ai commi 1 sexies e 1 sexies.1, impone la medesima restrizione di accesso - possesso di “Certificazione Verde COVID-19”. - ai visitatori dei reparti di degenza delle strutture ospedaliere. È evidente che tali obblighi, venendo meno l’obbligo vaccinale ai sanitari, non sono più coerenti con il contesto ed è auspicabile che la dimenticanza venga quanto prima rimediata con apposita modifica normativa.
La sanzione agli ultra cinquantenni
Altro aspetto che dovrà affrontare con altrettanto urgenza il Governo Meloni è l’assurda procedura sanzionatoria avviata Agenzia delle Entrate in applicazione dell’indiscriminato obbligo vaccinale imposto agli ultracinquantenni dall’articolo 4 sexies del D.L. 44/2021, introdotto dal D.L. 1/2022. Infatti, dopo l'invio della “Comunicazione di avvio del procedimento sanzionatorio” è auspicabile un provvedimento legislativo che blocchi la procedura, al fine di evitare che con la notifica delle sanzioni si inneschino centinaia di migliaia di ricorsi innanzi al Giudice di Pace, creando così un insostenibile sovraccarico di tale ufficio giudiziario già in condizioni operative critiche e al limite del collasso.
Le ulteriori questioni aperte
L’art. 7 del D.L. 162/2022, segna sicuramente il cambio di marcia dello Stato italiano nella gestione della pandemia e degli obblighi vaccinali. Rimane, però, ancora da definire tutta la vicenda delle sospensioni dal lavoro e dei riflessi retributivi e contributivi subiti dalle tante categorie di lavoratori, che nel periodo della pandemia hanno dovuto subire la furia vaccinatrice e sanzionatoria del governo Draghi. E in proposito un appuntamento importante sarà a fine novembre, quando la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulle tante questioni di legittimità del decreto legge 44/2021 sollevate dai vari Tribunali e TAR.
Ulteriore strascico dell'infausta epopea vaccinale dovrà poi essere scritto molto probabilmente anche dalla Corte dei Conti rispetto alla gestione del denaro pubblico, impiegato in maniera molto disinvolta nell’effettuare acquisti di presidi sanitari da aziende costituitesi solo qualche giorno prima della commessa milionaria conseguita, generosamente distribuito agli organi di informazione, erogato per l’incentivazione dei medici vaccinatori, speso per assumere operatori sanitari stranieri a gettone, utilizzato per acquistare importanti stock vaccinali poi lasciati scadere.
La partita dell'obbligo vaccinale non può dunque dirsi ancora completamente chiusa.
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